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Una vita dal dentista

C’è chi nasce fortunato, e nella sua vita raramente dovrà prendere appuntamento dal dottore e chi invece deve rassegnarsi ad accettare il fatto che per lui le visite di routine, i controlli, ed i piccoli interventi di recupero/restauro sono all’ordine del giorno. Potete facilmente immaginare a quale categoria mi sento di appartenere io. Ora, non sono realmente sfortunato, nel senso che non ho nessun male serio che mi affligge e, quindi, mi ritengo fortunato della mia salute, ma da quando ho sette anni mi tocca regolarmente andare dal dentista . Per regolarmente intendo tre, quattro volte l’anno. Una su quelle quattro volte, devo sottomettermi ad un qualche tipo di intervento per sistemare l’uno o l’altro problema che sorge tra i miei denti. Ad un certo punto, ho iniziato a chiedermi come sia possibile avere tanti problemi diversi tutti collegati con i denti! Eppure, ho imparato che non c’è una fine al peggio. 

Una vita dal dentista

Da bambino odiavo andare dal dentista al punto che mi fingevo malato, o mi inventavo scuse su scuse pur di saltare almeno uno dei tanto fastidiosi appuntamenti ai quali mia madre mi costringeva ad andare sempre – le mie finte malattie non avevano mai avuto la meglio, e raramente gli appuntamenti erano saltati. Quello che più mi infastidiva era il dolore a dover tenere la bocca spalancata per un periodo di tempo che a me sembrava lunghissimo. Il dentista che avevo quella volta, non aveva la mano delicata e non era neanche veloce o bravo a lavorare coi bambini… era il dottore al quale si erano sempre rivolti i miei, da cui si erano trovati bene e che quindi erano convinti fosse adatto a mettere mano anche sui bambini. Il giorno in cui mi sentii dire che dove estrarre un dente da latte, cosa che avrebbe fatto con anestesia e una pinza (che mi aveva pure mostrato), svenni. Mia madre, però, non cambio dentista, al contrario, mi fece fare l’estrazione quel giorno stesso. 

Crescendo, cambiando dentista, ho capito che la cura costante era l’unica soluzione alla mia dentatura tanto sfortunata e, anche se provavo un po’ di rancore nei confronti di mia madre per non aver mai capito quanto sbagliato fosse il dottore che lei aveva scelto per me, ho accettato ed apprezzato il suo sforzo per farmi fare controlli regolari. Ad oggi vado da un dentista con cui mi trovo molto bene e che, dopo svariati anni di rapporto medico/paziente, è diventato pure mio amico! Certo, in futuro mi piacerebbe poter smettere di fare tutti questi controlli, ma per il momento mi godo almeno le vittorie a tennis contro il mio dentista.